L’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella
Un profumo da indossare, una storia da raccontare
Un profumo da indossare, una storia da raccontare
Una futura regina, Caterina De Medici, un convento di frati domenicani e la città di Firenze. Non
sono i personaggi di una favola d’altri tempi ma gli elementi che compongono l’essenza dei profumi dell’Officina Profumo Farmaceutica di Santa Maria Novella. Grazie allo speziale e maestro d’alchimia Frà Angiolo Marchissi, le proprietà benefiche delle preparazioni di via della Scala sono note fin dal 1612. Oltre le sale con le preparazioni e i preziosi mobili in legno si scoprono la sacrestia affrescata nel quattrocento, dove si conservano vasi, codici antichi del museo e i macchinari che fino a qualche anno fa si utilizzavano per la produzione. La creazione di ogni fragranza richiede competenze uniche che solo il profumiere – o meglio, il naso – riesce a equilibrare come un raffinato artigiano.
«Il profumo è l’accessorio di moda fondamentale, indimenticabile, non visto, quello che preannuncia il tuo arrivo e prolunga la tua partenza», usando le parole di Coco Chanel. Il profumo si indossa, come un abito. Entrambi immersi nel tempo e nell’epoca in cui vivono raccontano storie individuali, rievocano momenti.Per questo alcune fragranze, popolarissime qualche decennio fa, sarebbero oggi immettibili. Non soltanto perché alcuni ingredienti diventano introvabili o inaccettabili ma perché cambia l’idea di femminilità, come nei secoli è accaduto tante volte.
Moda e profumo insieme riflettono e producono, le oscillazioni del gusto. «In ciascuna fase
della sua lunga storia, l’Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella è stata contemporanea – racconta l’ad Gian Luca Perris – è stata cioè profondamente innestata nel pensiero e nel costume dell’epoca». Per questo, ancora oggi, l’Officina affascina chiunque ne
varchi la soglia.